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Vinile: tornare indietro e salire di livello

Aggiornamento: 27 nov 2024

Nell’ultima settimana la musica si è resa protagonista tra nuovi singoli e gossip estivi. Proprio per questo ho avuto modo di riflettere su come è cambiata la fruizione della musica negli ultimi vent’anni. 


Oggi è Spotify a dettare le regole: chi è in tendenza, chi no, qual è l’artista più ascoltato eccetera. Colleghi gli auricolari, apri l’icona verde, vai in playlist e fa tutto da solo. Intanto il tuo telefono siede comodamente nella tua tasca senza pesare. 


Davanti a tanta comodità, le nuove generazioni hanno deciso di scomodare i giradischi polverosi dei nonni per risvegliarli ai giorni nostri. Pensate che questo formato analogico era considerato obsoleto con l'avvento del CD, quando ora gli album esistono quasi solo in formato streaming e gli stereo tanto acclamati negli anni 90-2000, sono ufficialmente reperti storici. 


Vinili. Qualcuno li colleziona, qualcuno li appende in camera, qualcun altro si impegna ad ascoltarli per sperimentare un’esperienza tutta nuova. Si può ben intuire che i formati digitali non possono eguagliare la qualità del suono di un giradischi che viene percepito più autentico. La fedeltà del vinile sembra captare sfumature di suono che si perdono nella compressione digitale.


Il vinile riesce a creare un legame privato, quasi intimo tra la musica e l’ascoltatore. Sembra ironico se pensiamo che Spotify ha sviluppato ogni aggiornamento possibile per rendere unico e personale il nostro rapporto con la musica. Si pensi al wrapped di fine anno, le playlist automaticamente create in base ai nostri gusti e ciò che potrebbe piacerci, ma questo è un rapporto a senso unico. Noi dobbiamo solo prestare le orecchie un po’ di tempo, Spotify fa tutto il resto. 


A partire dall’acquisto che sia su Amazon o in libreria, la scelta del vinile è l’inizio dell’esperienza musicale. Qualche artista promuove più di una copertina per lo stesso album quindi possiamo cominciare da una scelta più superficiale e puramente estetica (che comunque manca nel formato digitale). 

Una volta arrivato a casa lo scartiamo come fosse un regalo, togliamo la pellicola protettiva e lo sfogliamo come un libro storico, vissuto. Lo inseriamo nel giradischi, con l'estrema cautela e delicatezza che merita, appoggiamo la puntina sul disco e inizia la magia.  


Il vinile evoca un senso di nostalgia per un'epoca passata, un tempo in cui la musica veniva vissuta in modo diverso. Per molti, ascoltare un vinile riporta a momenti specifici della loro giovinezza o evoca ricordi di tempi più semplici. 

Anche i nati nel nuovo millennio, che non hanno vissuto l'era d'oro del vinile, sono attratti dal fascino vintage e dell'autenticità che questo formato rappresenta. In un mondo sempre più digitale e fugace, il vinile offre un legame con il passato e un senso di permanenza e nessun altro strumento può reggere il confronto. 


Che sia Einaudi, Taylor Swift o Marracash, il vinile ha il privilegio di offrire una terza dimensione. Ascoltarli nelle cuffie nel tragitto di ritorno a casa, in macchina ad alto volume o a un concerto non è come sdraiarsi sul letto e concentrarsi sull’esperienza completa che l’autore ci ha messo a disposizione, soprattutto nel rap. Focalizzarsi sul testo, le parole e il significato di cui sono pregne, notare un accordo di basso impegnato, riconoscere lo zampino di una penna già consumata. Solo il vinile permette di percepire e focalizzarsi su queste piccole sfumature. 


La rinascita del vinile ha stimolato la crescita di piccole etichette indipendenti e di negozi di dischi specializzati. Questi spazi non sono solo luoghi di vendita, ma veri e propri centri culturali dove gli appassionati possono incontrarsi, scambiare idee e  scoprire e riscoprire la musica. Le piccole etichette spesso producono vinili di artisti emergenti, contribuendo a diversificare l'offerta musicale e a supportare la scena indipendente. Così facendo, attirano l’attenzione anche su generi meno commerciali che altrimenti, farebbero più fatica a emergere.


I suoi veri amici scrivono tutto con gli asterischi

E ascoltano ancora qualche vinile col giradischi


Così cantavano i Pinguini Tattici Nucleari appena quattro anni fa. Diamo pure il merito a Riccardo Zanotti che quando si parla di storytelling, sa il fatto suo. In due frasi è riuscito perfettamente a rappresentare la dicotomica nuovo e vecchio per così dire. Non più di 5 anni fa si iniziavano a leggere asterischi nelle chat sui social e talvolta anche nelle mail nel rispetto del gender gap. La generazione pioniera dei giradischi di certo non scrive con gli asterischi, se non per correggere un messaggio mal digitato.


Si parla quindi di una generazione all’avanguardia dal punto di vista ideologico e naturalmente tecnologico, che però ha ritrovato il gusto per i pezzi ormai da collezione: una volta erano macchine da scrivere, ora il trend è proprio il vinile. 


Questo ritorno di fiamma quindi non è solo una celebrazione del passato, ma anche una fusione tra vecchio e nuovo. Molti appassionati utilizzano giradischi moderni con tecnologie avanzate per ottenere il meglio dai loro vinili come l’opzione aggiuntiva del bluetooth sconosciuta ai boomer o addirittura le versioni ibride: il perfetto connubio di comodità digitale e qualità sonora.


La nostalgia è solo una scusa per celebrare la qualità sonora e un’esperienza sensoriale unica. Questo ritorno valorizza sensibilmente la storia della musica accorciando le distanze temporali tra i due secoli, d’altronde è innegabile l’influenza che ha sul panorama contemporaneo. 


Quando la vita gira troppo in fretta: fissate la puntina, tornate indietro e salite di livello. 


V


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