Tutti sanno leggere
- Valentina Quaranta
- 6 gen
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 14 gen
Benvenuti e bentornati! Questo è ufficialmente il primo articolo del 2025, e per l’occasione ho deciso di scegliere un argomento che sento particolarmente vicino. Con l’inizio del nuovo anno, è inevitabile che tornino le riflessioni sui buoni propositi e puntualmente, su come spesso finiamo per non rispettarli.
Ma questa volta voglio fare qualcosa di diverso: proporti una nuova abitudine da integrare nella tua routine. Un’abitudine che potrebbe davvero aiutarti a diventare la migliore versione di te stesso.
Tutti sanno leggere, e tutti hanno degli interessi. Eppure ogni anno assistiamo a un fenomeno paradossale: la quantità di libri pubblicati continua a crescere, mentre il numero di lettori diminuisce.
Sono disposta a considerare qualunque spiegazione, tranne una: “Non mi piace leggere”. Non è vero. E non lo affermo per partito preso, ma per pura logica. Dire che non ti piace leggere equivale a sostenere che non hai interessi, che nulla riesce a stimolare la tua immaginazione. Se davvero pensi che sia così, mi spiace dirtelo, ma non ti credo.
Non ti piace leggere? In realtà sei solo vittima dei libri che ti sono stati imposti a scuola. Testi che, comprensibilmente, non ti hanno coinvolto: non riuscivi a immedesimarti o non avevi ancora l’esperienza necessaria per apprezzarli davvero.
Quello che voglio trasmetterti è questo: l’universo dei generi letterari è vasto e infinito. Sono certa che in questo mare di possibilità, c’è un libro perfetto per te. Magari è nascosto su uno scaffale alto, tra autori stranieri e best seller, in attesa di essere scoperto. È lì, e sembra scritto apposta per te.
Tolstoj, Levi, Kafka… e, ancora peggio, Dante, Manzoni e Pirandello. Ammettilo, durante il liceo ti sei ritrovato a leggere le loro pagine senza capirci nulla. Probabilmente, da quell’esperienza hai deciso di chiudere i libri una volta per tutte.
La parte più triste? Di queste icone della letteratura ti è rimasto solo un ricordo sbiadito: un te stesso adolescente che sbatte il libro contro la fronte, esasperato, ponendosi la domanda più filosofica di tutte: “Ma perché hanno scritto queste cose? Perché non potevano drogarsi al parchetto con gli amici, invece di riempire pagine e pagine di parole incomprensibili?”.
Questa è la domanda più intelligente che un adolescente possa porsi: Perché? Ma nessuno te lo spiega. E così Dante diventa il pioniere della friendzone, Manzoni il tipo che scrive 500 pagine su un matrimonio impossibile che si risolverà in due righe finali. Poi c’è il povero Pirandello, che, beh, non si capisce bene, forse gli piacevano le maschere o magari era nato a febbraio, chissà. E i primi tre citati? Per carità, è già un miracolo ricordarsi la corretta grafia dei loro cognomi.
Ora sei all'Università, studi fisica, ingegneria o economia, e il tempo per i libri sembra un lusso che non ti puoi permettere. Tra amici, studio e calcetto, dove lo trovi il tempo per immergerti in una lettura? Poi arriva Natale e, puntuale, la tua zia disoccupata, laureata in Lettere, ti regala un libro. Ma quando lo scarti, la tua unica speranza è quella di trovare, che so, cinquanta euro non troppo nascosti dietro la copertina; classico che però non manca mai.
Basta una settimana per dimenticarti anche del colore della copertina che faceva da sfondo alla banconota, ma poi arriva l’Epifania che tutte le feste si porta via… peccato che non si sia portata via anche il libro della zia. Tra analisi 1, 2, 3, 5, 10, non sai nemmeno dove metterlo.
Nel tentativo di sbolognarlo a tua madre, guardi di sbieco la copertina e ancora non ti convince: le 400 pagine che sembrano il doppio, il pizzetto alla Ibrahimović e lo sfondo nero con la scritta rossa, ti fanno rabbrividire, soprattutto perché sei dell’Inter.
A tua madre non frega nulla dello sport, e tuo padre, che ti ha trasmesso la fede calcistica, non è certo il tipo da apprezzare un libro simile. Che fai? Lo lasci lì, su un mobile qualsiasi, sperando che, prima o poi, scompaia.
Vai a sciare, torni, riparti per le vacanze di Pasqua, passa maggio, giugno… ed è sempre lì. Non ne puoi più. Decidi di liberartene. Non lo puoi portare al Libraccio perché lì la zia la chiamano per nome, quindi vai sul sicuro nascondendolo dove non lo troverà mai: su internet. Ci perdi cinque minuti tra foto, descrizione e annuncio, ma la consapevolezza che non lo rivedrai mai più rende tutto più sopportabile. Pensandoci, forse ne è valsa la pena.
Sei in aeroporto, pronto a tornare a casa dopo una settimana al mare, quando arriva la notifica che speravi: qualcuno ha davvero deciso di comprare il tuo libro. Arrivi a casa, non ti togli nemmeno le scarpe e ti metti subito a incartare quel benedetto regalo. È in quel momento che ti fermi un attimo e lo guardi meglio, cercando di capire perché tua zia abbia pensato che potesse piacerti.
Dopotutto, è risaputo: per quanto tu sia tifoso, la tua vera passione sono i motori. Lo osservi con più attenzione, e improvvisamente realizzi: quello non era Zlatan Ibrahimović. Era Max Biaggi. Una leggenda del motociclismo, un campione che ha fatto la storia e il grande rivale di Valentino Rossi. Una persona vera, uno sportivo che forse avresti dovuto riconoscere prima.
Leggere non deve mai essere un obbligo. Non si legge per dimostrare agli altri di essere più intellettuali, né per seguire una moda anche se può essere un ottimo punto di partenza. Non si legge perché qualcuno ti costringe a farlo.
Si legge per crescere. Per ritrovarsi in una storia che, in qualche modo, somiglia alla nostra, ma scritta da qualcuno che magari non parla nemmeno la nostra lingua. Si legge per conoscere, per andare in profondità, per sviluppare un senso critico che ci aiuta a vedere il mondo con occhi nuovi.
Qualsiasi libro può rispondere a queste necessità. Il lettore di Dostoevskij e quello di J.K. Rowling hanno la stessa dignità intellettuale. Se non riesco a identificarmi in uno studente che uccide per dimostrare la propria superiorità morale, ma piuttosto in un ragazzo che non sa chi è e si sente spettatore della sua stessa vita, allora è perfettamente legittimo che io preferisca Harry Potter a Delitto e castigo. Ho scelto volutamente due esempi così estremi e lontani tra loro per sottolineare il mio punto di vista: non esistono lettori di serie A e lettori di serie B.
Recentemente, grazie all’intelligenza artificiale, ho scoperto una piattaforma davvero interessante che consiglia libri da leggere in base alle tue attitudini e passioni. Si chiama Bo-oks. La consulenza è gratuita e offre una prova di 16 giorni durante la quale puoi leggere online i libri suggeriti.
Personalmente, ho sempre preferito la prosa alla poesia, per un’inclinazione più contemporanea. Tuttavia, quando ho specificato il mio amore per Milano, Bo-oks mi ha consigliato una raccolta in versi di una giovane scrittrice, Arianna Galli. Il libro racconta una Milano malinconica durante il lockdown, attraverso immagini e sensazioni poetiche che mi hanno davvero colpito.
Se vuoi ricominciare gradualmente a leggere o sei alla ricerca di qualcosa di nuovo, te lo consiglio. Provare per credere.
Tutti sanno leggere; e tutti possono leggere.
E tu, che ora rimpiangi di aver venduto il libro di Biaggi, corri in libreria per ricomprarlo con i cinquanta euro della zia. Con quel che ti resta, puoi guardarti attorno e scoprire che nelle librerie puoi trovare qualsiasi cosa.
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