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Sessione e relax: il giusto compromesso

Aggiornamento: 28 nov 2024

Oggi 18 giugno è ufficiale: è iniziata la sessione estiva per tutti.

Io ho iniziato un mese fa la mia quarta sessione universitaria con un approccio diverso.


Chiamasi studente in sessione estiva un essere umano di età minima 19 che affronta un cfu alla volta. Ogni giorno è sommerso da pensieri paranormali, non esce di casa per studiare ma passa le giornate alla scrivania fissando il vuoto, sudando panico, per poi guardare l’orologio e rendersi conto che sono passate 8 ore da quando pensava a una strategia efficiente.


Se vi riconoscete in ciò che ho appena scritto, mi spiace, ma per voi non c’è speranza, almeno che non facciate una virata e cambiate completamente prospettiva.


Non uscire di casa è l’errore più classico e letale: ogni sforzo deve essere premiato: se non riconoscete di aver fatto qualcosa di difficile, non penserete di meritare una pausa. D’altra parte è come fare 5 vasche senza tirare fuori la testa dall’acqua: è un bisogno fisico, certo, potete farne a meno, ma non senza rimetterci la vostra salute.

Allenarsi dopo una sessione intensa di studio aiuta a sfogarsi, e stimolando il fisico, anche se non ci crederete mai, sarà più facile concentrarsi e memorizzare.


Secondo errore clamoroso: studiare mesi e mesi per un esame che non ci piace.

Seguite il mio ragionamento. Dovete andare a scuola e potete fare due percorsi: il primo è il più lungo ma il più piacevole, la strada è tutta all’ombra ma ci impiegate 45 minuti per arrivare, mentre il secondo è tutto al sole ma per arrivare a scuola ci mettete solo 15 minuti.


Cosa fate? Vi svegliate un’ora prima per fare il percorso all’ombra o soffrite per 15 minuti per arrivare a scuola con calma e riposati? Io mi auguro che nessuno sceglierebbe la prima; per lo studio è lo stesso.


Ci hanno insegnato che per andare bene all’Università bisogna studiare tutti i giorni a tutte le ore, altrimenti gli esami non si passano, ma è qui che vi sbagliate.


Se un esame non mi piace voglio dedicargli meno tempo possibile, per questo ci vuole strategia: al liceo i miei libri erano tutti sottolineati, facevo appunti su appunti con la speranza di ricordarmi qualcosa, ma ora basta.

Vi dicevo che ho iniziato la sessione da un mese e ho già dato due parziali e un esame che provavo da un po’; il primo parziale l’ho preparato in un weekend e ho preso 30, il secondo in una settimana e ho preso 29, l’ultimo esame che era sicuramente più difficile, l’ho ripassato in una settimana ma lo studiavo da secoli, ho preso 24.


Meno tempo dedico a un esame, più alto è il voto, strano no?

Nel frattempo vi portavo articoli, contenuti anche nelle stories, uscivo e seguivo corsi extra per il mio curriculum. Non sono qui a vantarmi, anche perché io sono la prima ad aver avuto alte mura nel mio percorso scolastico, ma cambia il sistema e deve cambiare anche il metodo.


Tralasciando i voti, che credo siano futili e lasciano il tempo che trovano, non soffro più di attacchi di panico. Chi mi conosce da almeno tre anni sa che ho avuto problemi nella gestione delle mie emozioni prima di una verifica o interrogazione e ora sono solo un lontano ricordo.


Studiare è importante, ma siamo a giugno e fuori battono 30 gradi all’ombra, non chiudetevi in casa a disperarvi perché non vi aiuterà a prendere voti più alti e sicuramente i pomeriggi che passate a piangere sui libri non vi daranno indietro gli aperitivi, le serate con gli amici o una cena con il vostro/a partner.


Godetevi l’estate che sta arrivando e rimanete aggiornati su queste pagine, il meglio deve ancora arrivare.


V


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