Nessun posto è come casa
- Valentina Quaranta
- 18 set 2023
- Tempo di lettura: 3 min
21 agosto 2023
Buongiorno Milano e dintorni
Vi scrivo da un Frecciarossa affollato che torna in città perché è bella la vacanza, ma nessun posto è come casa.
Questo articolo nasce da un granello di sabbia trovato poco fa nella mia copia ancora salata del Vanity Fair del 16 agosto e mi ha subito riportato su quelle limpide spiagge salentine con i vicini di ombrelloni invadenti e il sole che picchia sulla pelle.
Quando leggerete questo pezzo sarò rientrata nella mia routine da un po’, forse avrò finito i miei esami (speriamo vada tutto bene) o forse starò ancora studiando e avrò trovato un momento per pubblicare, in ogni caso sono certa che mi saprete perdonare per eventuali ritardi.
Ma ora ritorniamo a quel granello, che faceva ruvida pagina 14 marchiata dal mio inchiostro giallo “D’estate infatti, ci si sente in dovere di accumulare esperienze gioiose, risate, feste, grandi mangiate il più possibile rumorose”.
Però amici miei, se mi avete seguita per davvero saprete che la mia estate non è stata tutta rosa e fiori anche se di certo, è iniziata alla grande.
Ho raccontato nel dettaglio ai miei amici più stretti delle mie sventure in Grecia (se vi interessa potrei scriverci un articolo, anche se sarebbe riduttivo) e potrei non gufare, ma il mio Frecciarossa è fermo da quasi due ore, non credo sia un buon segno.
Mi manca la mia Milano, credo di esserle stata troppo poco vicina quest’estate e ho paura che per questo mi stia respingendo, ma saprò farmi perdonare.
Parlando di mancanza, torna in gioco la nostra scrittrice di pagina 14, secondo cui non si viaggia per conoscere nuovi posti, ma nuove parti di noi stessi e per provare nostalgia di casa. Sostanzialmente un triangolo alla René Girard: vuoi tornare a casa perché la lontananza ha alimentato il tuo desiderio non perché ci vuoi tornare e basta.
Sul primo punto non potrei essere più d’accordo: la Vale di città non ha niente a che fare con la Vale di campagna, e se si incontrassero, forse, si odierebbero; per non parlare delle volte in cui la mia personalità fa capolino fuori dallo stivale. Indecifrabile.
Uscire dalla propria comfort zone può essere rivelatorio su noi stessi ma anche sui compari che ci portiamo dietro: quanto è bello vedere l’amico che in città sembra un disadattato, prendere in mano la situazione e iniziare a conversare con il tassista in un inglese da lode?
Oppure scoprire che il maranza del gruppo sa cucinare una carbonara degna di Roma? Illuminante.
Ma questo amici, è solo la testa della moneta, la croce è quella che mette a dura prova le relazioni, non solo tra amici, ma anche tra fidanzati.
Per quanto mi riguarda, la prima vacanza con una persona è più imbarazzante e intimo di farsi vedere nudi: sei costantemente sotto esame, è il punto clou di una qualsiasi relazione, dividere e condividere qualcosa di così privato come lo spazio tira fuori il peggio di noi.
Sopravvissuti a una vacanza in Grecia, sopravvissuti a tutto. Provare per credere.
Che poi è vero, bello parlare con i tassisti, buona la carbonara del maranza, ma nessun posto è come casa e nessuna cucina è come quella della mamma.
Torno presto
V



Fantastico