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Musica usa e getta

Aggiornamento: 28 nov 2024

Se siete passati per le scienze umane e avete sentito parlare di Z. Bauman ricorderete senz’altro la sua Vita liquida; espressione usata per intendere una vita in cui tutto scorre in fretta, una sorta di Panta Rei in x2.


Questo processo può essere applicato anche alla musica comunemente definita "usa e getta", una forma musicale, caratterizzata da brani effimeri e di breve durata, sembra essere in linea con l'attuale cultura del consumo veloce.


Possiamo incolpare la digitalizzazione per questo: oggi siamo schiavi dello zapping, per cui veniamo continuamente bombardati da contenuti musicali, ma quanti di questi rimarranno nelle nostre playlist tra 10 anni?

Una settimana fa circa ho pubblicato sul mio profilo personale un reel di Emis Killa in cui canta Parole di ghiaccio in concerto; sono passati più di 10 anni e io, come la maggior parte dei miei coetanei, ricordo ancora tutte le parole e si, è ancora nel mio Spotify.


I brividi che scorrono quando ascolto canzoni di quel calibro si sono sciolti nella musica degli ultimi 5 anni e sicuramente la digitalizzazione ne è responsabile ma non è l’unica colpevole.


Fa ridere detto da una 20enne, ma le nuove generazioni hanno un modo diverso di concepire la musica. Sarà che ho un modo tutto mio di viverla, ma la curiosità di conoscere un artista a 360° è sempre stata una costante: scopro la nuova hit, valuto il genere e sbircio nella discografia per saperne di più, questa è la mia routine.


Negli anni si sta facendo spazio una forte sottostima della musica da parte di chi la ascolta, canzoni con un testo elaborato e pesante riprodotte in un balletto insipido di 30 secondi: triste.

Love the way you lie. Non serve che scriva l’autore perché so che avete amato e pianto su quelle note e gli dedicate un momento della vostra vita.


Tutto questo ricordo viene preservato sui social da Tik Tok di ragazzine che mandano frecciatine ai loro fidanzati più o meno reali anche se il peggio non è quello. Prova a chiedere loro il titolo della canzone o di riconoscere due delle voci più iconiche nel mondo della musica pop e rap, probabilmente farebbero scena muta.


Non ci si deve sorprendere se a questa risposta i cantanti cercano di adeguarsi.

Jason Derulo per esempio, un evergreen nella mia playlist, una carriera di successi sfociata in un trend, che poi ci dispiace per lui: Savage Love non sarà il suo cavallo di battaglia ma era all’altezza della sua discografia, ciò che lo ha fregato è stato il ritornello.


Nel 2023 chiunque possiede un computer può fare musica anche senza saper cantare o suonare uno strumento. Grazie allo streaming è più facile farsi conoscere: negli ultimi anni sono emersi tantissimi cantanti, qualcuno sta riuscendo (o è già riuscito) a farsi un nome, qualcun altro è caduto nel dimenticatoio dopo l’esplosione di una hit. D’altronde è un processo naturale: dopo l’esplosione rimane solo la cenere.


A proposito di Cenere, vi vorrei illustrare un esito positivo dello zapping: la velocità con cui la nostra mente ascolta, classifica e scorre la musica, ci stimola a esplorare nuovi generi e nuovi cantanti.

Chi l’avrebbe mai detto che un rapper sarebbe arrivato secondo al Festival di Sanremo?

Non è un segreto che la giuria e il pubblico del festival è composto per la maggioranza da over 45 e Lazza non è il primo rapper che sale sul palco dell’Ariston ma ha cambiato le regole del gioco ed è stato un successo.


La musica usa e getta può mettere a dura prova la creatività degli artisti, costretti a far lavorare il cervello al triplo della velocità dovuta: pubblicare canzoni ogni due mesi implica una qualità inferiore dei testi e sicuramente brani più esplosivi ma non più eterni.


Ma in un'epoca in cui la musica può sembrare usa e getta, possiamo ancora trovare il valore nell'effimero, l'effervescenza nel breve e l'energia nell'istantaneo.


SBV


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