Malati di competizione
- Valentina Quaranta
- 13 mag 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Siamo italiani: è ovvio che siamo competitivi e per niente imparziali.
In questa parte d’Europa si sa, la competizione ci scorre nelle vene: a scuola, nello sport, nei piccoli successi della vita, anche quando non c’è un premio in palio.
L’unica cosa che ci esalta più di vincere è tifare: riversare tutte le nostre ansie, preoccupazioni e aspirazioni su qualcun altro, o qualcos altro.
Il calcio di sicuro è lo stimolo più grande e anche se viene riconosciuto come uno sport seguito prevalentemente da maschi, quando scendono in campo gli azzurri si tifa incondizionatamente. Ma come si comportano gli italiani davanti a una competizione di altra natura?
Sabato 11 maggio si è conclusa la settimana dell’Eurovision Song Contest, l’Italia non ha visto nemmeno il podio, ma poco conta: salvo la gloria non si vince niente, e in questo contesto è più interessante esplorare le culture musicali di altri paesi, piuttosto che mangiarsi le mani per una vittoria di cui non siamo artefici. A Sanremo è diverso: i voti da casa pesano sulla classifica finale, per questo poi nascono le faide interne che rendono il programma tanto appetibile.
Ma non è di questa competizione che vi voglio parlare, bensì di un’altra gara che si è conclusa giovedì: Pechino Express e la rotta del dragone.
Dal Vietnam, passando per il Laos chiudendo il viaggio in Sri Lanka: otto coppie più una entrata in corsa si sono sfidate per 10 tappe confrontandosi con i propri limiti fisici e psicologici. Qualcuno voleva portarci una narrazione diversa di sé, rispetto a quella che regala la televisione, qualcun altro è salito a bordo per godersi il viaggio, altri per mettersi in discussione e altri ancora per vincere.
Sono tutti argomenti validi ma a quanto pare la giornalista del Corriere non la pensa così. Dopo ogni competizione ecco pronta la pagella di ogni coppia in gara.
Giudicati duramente i #Fratm, amici fraterni usciti dal carcere di Mare Fuori dritti dritti verso il Vietnam. Antonio e Artem sono stati la quota risata del programma, usciti precocemente classificandosi quinti. Eliminati per amore di strategia dai Pasticceri, i favoriti per la vittoria, anche se non dal pubblico. Bastonati dal 5- del Corriere che non ha apprezzato l’eccessiva precauzione di Artem nel tenere a distanza qualsiasi donna che non fosse sua moglie.
Se all’inizio i Pasticceri erano solo quelli da battere, dopo l’eliminazione dei #Caressa sono diventati anche quelli da odiare e qui viene il punto.
Damiano Carrara, noto come ottima spalla per la Parodi in Bake off, e suo fratello Massimiliano si sono presentati come i #Pasticceri: pronti a tutto per vincere. Lo scalpore nasce da un’eliminazione che lascia un amaro in bocca, soprattutto dopo quello che abbiamo visto durante la puntata.
Fabio Caressa e la secondogenita Eleonora ribattezzata Leo, si sono dovuti separare nella sfida delle coppie miste e il telecronista è finito proprio con il compagno di telecamera della moglie.
Una coppia senz’altro temibile, affiatata da subito, e nonostante la fortuna non sia stata dalla loro, sono riusciti a posizionarsi nella prima metà della classifica. Dopo promesse e confidenze, per forza di cose Fabio si sente tradito dall’amico che lo elimina a fine puntata. Il risentimento c’è, l’incazzatura è lecita ma non credo che questo sentimento abbia avuto un seguito dopo essere tornato a casa, a differenza del pubblico. Insulti, manifestazione di disprezzo in ogni sua forma, i fan non hanno apprezzato la scelta ed è comprensibile per i primi trenta minuti, poi basta.
Che dietro questo odio ci sia un po’ di rosicamento? È vero, eliminando l’unica altra coppia competitiva rimasta viene meno lo spirito della gara, d’altra parte Massimiliano e Damiano non lo hanno mai nascosto: volevano vincere ed eliminare le coppie più forti quando possibile e così è stato.
I social scontenti, gli avversari vogliosi di vendetta: eravamo pronti a vedere fuoco e fiamme per spodestare gli eterni primi di questa edizione di Pechino e invece no.
Tralasciando il messaggio involontario che è passato forte e chiaro: le donne possono essere le più agguerrite, ma quando si parla di coalizzarsi con altre donne si alza un muro. Malus volati a destra e a manca, litigate e insulti da quarta elementare, ma nulla che riguardi i Pasticceri, dritti per la loro strada ormai spianata, quella della vittoria.
Come ci insegna Miccio a Pechino tutto è lecito: rubare passaggi, depistare gli avversari, anche eliminare i più simpatici, ma forse questo non è giunto alle orecchie di chi digita a cuor leggero. Ognuno con le sue preferenze e tutti contro Damiano Carrara, che viene ritenuto unico responsabile delle scelte della coppia.
L’astio ci sta, rende la competizione più piccante, arrivare a postare video di torte buttate interamente nel cestino non è contemplato. Un personaggio che assume atteggiamenti provocanti un po’ per gusto, un po’ per carattere, viene attaccato senza una vera motivazioni con parole di un certo peso che mirano a denigrare la persona.
La competizione sana è deceduta dall’avvento dei social che permettono di digitare con ignoranza e maleducazione. Guardando un programma di intrattenimento, a mio parere il miglior format che sia mai stato presentato in tv, è ora impossibile giudicare senza il filtro del tifo, portandoci a vedere del marcio dove non c’è.
Non sentitevi mai autorizzati a commentare senza rileggere almeno un paio di volte il messaggio: la prima con un vocabolario alla mano, la seconda con la mano sulla coscienza.
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