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Lo stile non è acqua (è Chanel 5)

Aggiornamento: 26 nov 2024

9 febbraio 2022


Sono tornata per parlare di moda. La moda è troppe cose e non saprei riassumere questo concetto in una frase quindi evocherò una vecchia amica (magari) che nel 2011 diceva:


Fashion is the most powerful art there is. It's movement, design, and architecture all in one. It shows the world who we are and who we'd like to be.

Non è una questione di superficialità o perdita di tempo, è un modo di essere. Più che di moda vorrei parlare di stile, e non averne (almeno) uno dal mio punto di vista è grave. Lo stile parla di te prima della stretta di mano e non averne uno è come presentarsi a un colloquio di lavoro senza curriculum. Che sia Boho chic, country, indie, pin up, normcore o romantico, lo stile ha il potere di tirare fuori ciò che abbiamo dentro e rinunciarci è un sabotaggio alla nostra persona. Se non avete visualizzato più della metà degli stili sopra elencati continuate a leggere, ne avrete bisogno. Partiamo dallo stile Boho che sta per Boheme, tipico degli amanti (o nostalgici) degli anni 70; nasce negli anni 2000 anche grazie alla modella Kate Moss: via alle camicie larghe, motivi floreali, gonne midì, frange e intramontabili pantaloni a zampa. Questo stile sa di indipendenza, ribellione e romanticismo hippy, ricorda un po’ i radical chic di oggi. Se vi dico Country voi rispondete Billy Ray Cyrus. Colore dominante ovviamente il marrone in tutte le sue sfumature, dal cappello da cowboy, in tinta con la cintura e fibbia, il tutto abbinato a una camicia in flanella a scacchi. Dalla Francia del 600, il Country bussa (di nuovo) alla porta da circa tre anni con gli stivali texani in ogni colore e in ogni misura. Che siano scamosciati o in finta pelle, fanno la loro figura sopra una gonna, degli skinny o di nuovo, pantaloni a zampa. Per chi ha una basica conoscenza degli anni 80 sa bene che l’indie nasce prima di Calcutta, a partire dalla musica ma soprattutto dal lifesyle. Indie sta per indipendent e nel mondo della moda si intende come libera autorappresentazione che esalta l’individuo. L’unica regola è essere se stessi. Ora arrivano le parole strane: il Pin up si rifà a uno stile prevalentemente femminile che prende il nome proprio da “Pin-up girl” - ragazze da appendere. Questo deriva dall’usanza dei soldati americani di appendere foto di dive del cinema sugli armadietti e negli accampamenti militari. La massima rappresentante di questa corrente stilistica è ovviamente Grace Kelly, all’insegna di pois, vestiti sfarzosi, corsetti con lingerie in vista. Arriviamo al Normcore style, tristemente molto diffuso: parola chiave comodità. Colori neutri, quasi anonimi, indossati su felpe e pantaloni oversize che vanno a dare un’idea di trasandatezza voluta. Aboliti vestiti aderenti e stirati, abolite anche qualsiasi tipi di scarpe diverse dalle sneakers. ATTENZIONE: questo stile ha la voluta tendenza a gonfiare la figura, quindi non si adatta a tutte le siluette. Ultimo ma non per importanza: lo stile Romantico. Come nello stile Pin up ci rifacciamo agli anni 50 all’insegna di vita alta, pois, merletti. Questa volta sono preferibili i colori pastello: rosa, salmone, fiordaliso e blu polvere sono i più gettonati. Per distinguersi da qualsiasi altro stile, il romantico si caratterizza per lo scialle appoggiato sulle spalle, che trasmette subito un’immagine principesca. Per oggi è tutto, se vi interessa un sequel con altri stili, magari anche più maschili, fatemelo sapere. A presto VQ

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