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Il mantello di Maya

Aggiornamento: 20 ott 2024

"Quanti uomini e donne hai visto morire?"

"Di recente, solo quelli che non sono riuscito a salvare"


Non è un eroe, né un santo e non è nemmeno un principe (o quasi). 


Guarda gli occhi di Lui e vorrebbe solo gridare: Riddikulus! Illudendosi di poter ancora tornare a quella notte di ottobre del 1981 e salvare l’amore della sua vita. Ma è troppo tardi. Quegli occhi saranno per sempre la sua condanna, poiché riassumono la dolcezza di Lily e l’arroganza di James.


Non sa cos’è l’amore, nessuno gliel’ha mai insegnato.

Sua madre, Eileen Prince, era una strega molto dotata, da cui probabilmente Severus ha ereditato una predisposizione particolare per la magia, specialmente quella oscura. Suo padre invece, Tobias Piton (Snape), era un Babbano. Non sappiamo molto di lui, ma il suo nome lascia intuire una personalità sgradevole.


Le liti e la violenza, più o meno fisica, a cui era esposto fin da piccolo gettavano le basi per un tratto distintivo della sua personalità, che avrebbe potenziato fino a farlo diventare una sua firma attraverso l'Occlumanzia.

Nemmeno i suoi genitori si curavano delle sue emozioni, per questo chiudere la mente gli riusciva tanto facile: nessuno aveva mai provato a leggerla e a prendersene cura. Nessuno prima di conoscere Lei.


Nel tentativo di evadere da una situazione familiare dolorosa, si accorge che nello stesso quartiere di Cokeworth vive una ragazzina molto bella, che subito riconosce come strega. Lily Evans era davvero la ragazza più bella che avesse mai visto: dai capelli lunghi rosso fuoco ai suoi occhi dolci e verdi, riconoscibili ovunque, anche sotto gli occhiali di un Potter.


Lily era la sua migliore amica, nonché l’unica. Ma da quando il Cappello Parlante l’aveva collocata tra i Grifondoro, tutto era cambiato. Severus sperimenta i primi approcci alle arti oscure, conoscendo i suoi futuri colleghi Mangiamorte, mentre Lily si avvicina a James Potter, un ragazzo particolarmente vivace e un po' geloso, subito marchiato come la nemesi di Piton.


Bullismo a parte, Severus aveva diversi motivi per disprezzare i Malandrini: per colpa loro, soprattutto di James, le conversazioni con Lily erano sempre più aspre e meno frequenti, fino a cessare del tutto.


Finiti gli studi a Hogwarts, le fazioni erano chiare: Ordine della Fenice contro Mangiamorte. Malgrado in questa grande guerra Lily e Severus fossero separati dalla percezione di giusto e sbagliato, rimasero in qualche modo connessi, in nome del rapporto fanciullesco che li aveva uniti anni prima.


Sibilla Cooman pronuncia la profezia più catastrofica nella storia del mondo magico, e Piton riferisce quanto sentito al Signore Oscuro, rendendosi conto solo dopo di aver condannato a morte la famiglia Potter al completo.


Severus sapeva che a Lord Voldemort non interessava Lily, ma il piccolo Harry, così lo supplicò di risparmiare almeno lei.

Rassegnato, si rivolse poi all’unico che lo potesse realmente aiutare: il mago più potente di tutti i tempi, perché sapeva nel suo cuore che il suo Signore non l’avrebbe fatto (anche se noi vediamo che Voldemort avrebbe fatto a meno di uccidere Lily se non si fosse interposta tra lui e il suo obiettivo).


Silente è titubante e profondamente disgustato dal pensiero superficiale di Piton, che offriva la testa e l’anima dei Potter in cambio di quelle di Lily.


Lily e James hanno riposto la loro fiducia nella persona sbagliata, come hai fatto tu, Severus.


Un attimo dopo, lui era lì. Stringeva la donna tra le sue braccia, pregando di essere morto, come lo era lei. Ma non sarebbe servito a niente. 

Da vivo invece, avrebbe potuto onorare la memoria di Lily prendendosi cura di Harry, lontano dagli occhi e dalla mente di Lord Voldemort. 


Già dai tempi della scuola, Tom Riddle spiccava per le sue doti magiche: non si diventa il mago più oscuro di tutti i tempi senza saper nemmeno saper preparare una Polisucco. Di lui si diceva che fosse un abile Occlumante, ma evidentemente non aveva ancora incontrato il suo degno avversario. 


Severus Piton, grande pozionista e Occlumante, il migliore della sua generazione, costretto a sedersi in cattedra per servire l’Ordine e allo stesso tempo fingere di spiarlo per rimanere nelle grazie di Voldemort. 


Dopo la morte di Lily, si consegnò a una vita misera: Silente non si fidò mai ciecamente di lui e del suo Marchio Nero; allo stesso modo, anche dall’altra parte fu difficile confidare in un uomo rifugiato a Hogwarts, la casa di chi combatte il male. 

Era rimasto incastrato tra due poli: entrambi lo rifiutarono e nessuno dei due gli appartenne mai fino in fondo. 


Si vociferava da tempo l’arrivo ad Hogwarts del “Ragazzo che è Sopravvissuto”. Dopo anni sprecati a insegnare a ragazzi annoiati e privi di talento per le pozioni, avrebbe iniziato la sua missione.


Silente gliel'aveva già detto: ha gli occhi di lei. Non lo aveva ancora sentito parlare, ma già lo detestava. Se non fosse mai nato, Lily sarebbe ancora viva e forse lui avrebbe potuto sperare di recuperare il tempo perso. 


Harry Potter…” 


Grifondoro come i genitori. Tutti lo acclamano: la nostra nuova celebrità. Se è come Lily sarà facile tenerlo al sicuro, ma se possiede anche un briciolo del carattere di suo padre, sarà difficile non abbandonarlo al suo destino. 


Tra i suoi Serpeverde riconosce volti familiari, figli di vecchi compagni di scuola, come Draco Malfoy: sguardo sprezzante e voglia di farsi notare. Nota con piacere che il banchetto di accoglienza non è ancora terminato, ma Potter si è già fatto un nemico Serpeverde. Sembra quasi un déjà-vu. 


Il troll, il Quidditch, la Pietra Filosofale: tale e quale a James, un talento naturale per i guai. 


Per Severus la missione si complica con la fuga di Black da Azkaban. 

Harry non sa ancora cosa lo abbia portato nella prigione dei maghi, nè il legame che aveva con James e Lily, ma lo scoprirà presto, e Piton, conoscendo il ragazzo, sa per certo che lo cercherà.  


Dopo quella luna piena di tanti anni fa, Severus vuole evitare che altri studenti, Harry in particolare, possano trovarsi faccia a faccia con il professore di Difesa Contro le Arti Oscure trasformato in lupo mannaro. Ogni giorno lo controlla, gli prepara la pozione Antilupo e si assicura che, nelle notti di luna piena, non senta la necessità di mettersi in contatto con qualche vecchio amico di scuola. 


Perché Piton è sveglio a quest’ora? Perché non potevo incontrare un altro insegnante? Come sapeva che eravamo nella Stamberga Strillante? 

Perché tra i Dissennatori, un possibile assassino e un lupo mannaro in circolazione, caro Potter, è compito mio salvarti la pelle. Credo risponderebbe più o meno così, se potesse. 


Nonostante tutto, era una serata splendida: la notte era calata, la luna stava sorgendo, anche se Black alla fine non era colpevole e Minus era scappato, non era un suo problema, perché Harry era al sicuro.


La Stamberga Strillante gli ricordava un’altra notte, forse la più paurosa della sua vita. I Malandrini una volta al mese sgattaiolavano fuori dal castello per fare chissà cosa, e quella notte decise di seguirli. 

Il giovane Black si era fatto sfuggire il luogo dell’incontro, così ci andò anche lui. Non lo ammetterà mai, ma se lui aveva ancora la possibilità di ripensare a quel momento, lo doveva a James, si, il suo peggior nemico. 


Lupin si era appena trasformato insieme ai suoi amici Animagi tranne James, che, consapevole del pericolo a cui Piton si stava esponendo, gli corse incontro avvertendolo di andarsene. Ma lui non ascoltò.


Il lupo mannaro si avvicinava sempre di più, fiutando una nuova presenza e James si trasfigurò prontamente in un maestoso cervo. Severus non aveva mai visto niente di simile in vita sua e corse via mentre la sua nemesi distraeva l’amico. 

James Potter gli aveva salvato la vita, e in quella notte perfetta del ‘93, Piton sentì di dover ricambiare il favore allo stesso modo. 


Non c’era solo il figlio di Lily; ancora una volta si stava esponendo al lupo mannaro cercando di proteggere il trio. Li nascondeva dietro la propria schiena, tenendoli con le braccia a mo' di ala senza far trasparire il minimo segno di paura. 


Harry lo odiava. Passava più tempo in punizione da lui che da Hagrid, eppure una cosa gli rimase impressa: la differenza tra il gesto protettivo di Severus, e quello della Umbridge, che invece esponeva lui ed Hermione al pericolo, nascondendosi dietro di loro nella Foresta Proibita. 


Harry non si fidava di Piton, ma Silente si. In sua assenza, legato a una sedia nell’ufficio rosa di Dolores, il suo istinto cercò di aggrapparsi a Severus, pensando che se il suo mentore si fidava ciecamente di lui, un motivo doveva pur esserci. 


Ha preso felpato… nel posto in cui lui è nascosto”

“Severus di cosa sta parlando”

“… Non ne ho idea”


Ciò che appariva lampante è che le sue lezioni di Occlumanzia non erano servite a niente. Ma quel “non ne ho idea”, pronunciato guardandolo negli occhi, lo vedo sempre come un messaggio subliminale, perché davvero non ne aveva idea, dato che il Signore Oscuro stava proiettando un’immagine fittizia nella mente di Harry per attirarlo nell’Ufficio del Ministero. 


Cos’è il Male? Uccidere? Ma se ti viene chiesto apertamente di farlo, è ancora Male?

Piton uccide per il bene, perché se non lo fa, una maledizione lo colpirà mortalmente. Uccide per salvare l’anima di un ragazzo di 17 anni, troppo giovane e ancora troppo puro per sapere cosa si prova. Uccide perché Draco può ancora scegliere, ma per lui è troppo tardi. 


Uccide e non vorrebbe. Scappa senza dire addio e non vorrebbe. Torna come preside e non vorrebbe, ma lo deve a Silente e a tutti i ragazzi che, altrimenti, sarebbero in grave pericolo. L’Occlumanzia lo ha protetto fino a quel momento, permettendogli di essere coraggioso anche se tutti lo chiamavano codardo, e di salvare tante vite senza che nessuno lo sapesse. 


Piton sapeva che la bacchetta di Sambuco rispondeva a Harry. Lo sapeva e fece credere a Voldemort il contrario, perché avrebbe ucciso il ragazzo prima del dovuto. Il suo compito era quello di mantenerlo in vita più a lungo possibile e intendeva rispettarlo fino alla fine.


Così, in uno spogliatoio di Grifondoro, il Signore Oscuro gli concede una morte umana: nessuna maledizione senza perdono, nessuna magia. 


Harry era lì. Gli premette il collo insanguinato, cercando di fermare il flusso di sangue. Non si sa cosa fosse, ma nei suoi occhi Piton chiedeva pietà. Harry aveva visto tante persone morire per lui, ma vedere l’insegnante che più disprezzava a terra, in cerca di misericordia, aveva mosso qualcosa dentro di lui. 

Forse era la parte di Lily che viveva in lui a compiacersene. 


Lo guardò morente e prese il ricordo come Piton gli aveva chiesto. Per la prima volta non gli parlava con tono autoritario, ma trasmetteva comunque l’urgenza di quel gesto. 


Piton guardò negli occhi di Lui, oltre gli occhiali, e vide Lily. In quel momento capì che il suo sacrificio non era stato vano.


V

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