Elsa Schiaparelli - Pinking it right
- Valentina Quaranta
- 17 nov 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 3 mar
Dico sempre che lo stile deve essere lo specchio della nostra essenza. Per questo il mio armadio è un connubio di eleganza, raffinatezza ed eccentricità: proprio come me. Questo dualismo deve aver accomunato molte donne dell’800, divise tra l’eterea raffinatezza senza tempo di Coco Chanel e il fascino dell’arte visionaria di Elsa Schiaparelli.
Non gode della stessa notorietà di Chanel ed è facile capire il perché. Come abbiamo già detto in altre occasioni Coco ha fondato il suo impero sulla semplicità e sull'eleganza, due fattori eterni nell'industria della moda dal 1910. La Schiaparelli invece aveva una visione più artistica del fashion e ha scommesso tutto sull'eccentricità, sulla stravaganza del momento e sull'effetto shock.
Nasce a Roma, passa per Londra e arriva a Parigi, dove si trova di fronte a una concorrenza straordinaria. Chanel era già da vent'anni un'icona nell'industria, ma, fortunatamente per Schiaparelli, le loro visioni di femminilità e sensualità erano due rette parallele destinate a non incontrarsi mai. Minimalismo contro stravaganza, funzionalità contro ironia, eterno contro istantaneo.
« In tempi difficili, la moda si fa sempre oltraggiosa »
Elsa Schiaparelli, prima di essere una stilista, era un'artista, un'innovatrice, una rivoluzionaria che ha osato rompere le regole dell'industria della moda, ribellandosi alla compostezza che a suo modo, già sfidava le convenzioni. Con il suo approccio audace e anticonformista, ha ridisegnato il concetto di vestiti e il loro rapporto con l’arte e l’identità personale.

La sua prima linea, lanciata nel 1927 con l'iconico maglione nero caratterizzato da motivi trompe-l'œil, divenne un successo internazionale, anche se al gusto odierno potrebbe sembrare inspiegabile. Così, Elsa Schiaparelli divenne pioniera nella fusione tra design grafico e moda, anticipando le illusioni ottiche che ancora oggi ritroviamo in molte collezioni di brand contemporanei (vedi borse-giacca della collezione Primavera/Estate 2014 di Moschino).
Uno degli aspetti più distintivi della carriera di Schiaparelli è stata la sua straordinaria capacità di fondere moda e arte, introducendo elementi innovativi che non erano mai stati considerati parte integrante del design d'abbigliamento. La sua visione trovò rapidamente spazio tra le avanguardie del suo tempo, con il surrealismo in particolare che esercitò una grande influenza sul suo approccio alla moda grazie a Salvador Dalì.

Nel 1937 in collaborazione con Salvador Dalì, Schiaparelli creò uno degli abiti più iconici della sua collezione: il "Lobster Dress". Si trattava di un abito da sera in organza bianca, su cui spiccava un'enorme aragosta dipinta sulla gonna. A prima vista, nulla di ciò che si vedeva sembrava appartenere a un abito da sera tradizionale. L'ironia e la leggerezza con cui accosta materiali e colori inusuali, erano parte integrante della sua filosofia, e questo approccio conferì all'abito una carica figurativa unica.
Questo vestito fu solo la prima di una serie di invenzioni stravaganti che suscitano perplessità tra gli ammiratori di uno stile più classico. Il cappello a forma di scarpa e il giubbotto scheletro nacquero come dichiarazioni di sfida alle tendenze consolidate: Schiaparelli rifiutò di adattarsi a una corrente stilistica definita, con l’intento di farsi notare. E così fu. Grandi brand come Moschino e Alexander McQueen continuano a trarre ispirazione dalla diversità e dalla stravaganza di Schiaparelli per distinguersi nel panorama della moda.
Elsa Schiaparelli ha dato enormi contributi al mondo dell'arte e della moda, ma c'è un solo modo davvero giusto per renderle omaggio: parlare del suo Rosa Shocking.
«Ho dato al rosa la forza del rosso ed è diventato un rosa irreale»
Ed è proprio così. Da sempre il rosso è il colore eccentrico per eccellenza: un tabù nelle serate formali, un riflettore puntato addosso, l'emblema della trasgressione al massimo esponente.
Questa sfumatura accattivante nasce dall'esigenza di creare una firma che fosse solo sua, un po' come il rosso Valentino.
Negli anni '30 Elsa Schiaparelli stava cercando un colore che potesse rispecchiare la sua visione audace e fuori dagli schemi della moda. Così creò una tonalità di rosa intensa, vibrante e pregna di personalità vivace e anticonformista.

Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: per questo sul mercato fu introdotto solo nel 1937 con il lancio del suo primo profumo "Shocking!".
Il nome (scioccante) rifletteva perfettamente lo spirito provocatorio e innovativo di Elsa Schiaparelli. Il profumo non era solo una fragranza: rappresentava un’estensione della visione creativa della stilista, un simbolo di audacia e anticonformismo. Il suo packaging, caratterizzato dal celebre rosa shocking, amplificava l’unicità del prodotto, mentre il flacone, disegnato da Leonor Fini e ispirato alle curve sensuali di Mae West, incarnava un’estetica ironica e glamour.
La fragranza stessa, audace e intensa, rifletteva pienamente la personalità vibrante e fuori dagli schemi della sua creatrice.
Dal Colore allo Status Symbol
Il rosa shocking non si fermò al profumo, ma divenne il cuore pulsante della maison Schiaparelli. Più di una semplice tonalità, si trasformò in un vero status symbol, un’espressione di lusso, modernità e audacia. Schiaparelli lo rese protagonista delle sue collezioni, adornando abiti, accessori e calzature con questa tonalità brillante e inconfondibile.
Questa scelta cromatica segnò una rottura con i toni pastello più tradizionali e rappresentò una nuova femminilità: audace, indipendente e piena di energia. Non sorprende che personalità visionarie come Diana Vreeland, leggendaria redattrice di Vogue, abbracciarono il rosa shocking come simbolo di innovazione e individualità.
L’Eredità del Rosa Shocking
A quasi un secolo dalla sua creazione, il rosa shocking continua a essere un punto di riferimento nella moda. La sua capacità di trasmettere energia e unicità lo ha reso un elemento centrale in molte collezioni contemporanee. Stilisti come Jeremy Scott per Moschino e Pierpaolo Piccioli per Valentino lo reinterpretano per esprimere messaggi di libertà e modernità, riaffermandone la rilevanza nel panorama odierno.
Il rosa shocking non è mai stato un colore qualsiasi. Schiaparelli lo trasformò in una dichiarazione d’intenti, un simbolo di bellezza che non teme di osare, di distinguersi e di sorprendere. È un colore che non si limita a decorare, ma che comunica un messaggio di vitalità e coraggio.
Un colore senza tempo
Quello che Elsa Schiaparelli creò nel 37' non fu semplicemente una nuova sfumatura, ma un’idea rivoluzionaria destinata a resistere nel tempo. Il rosa shocking non è mai passato di moda perché non è mai stato solo moda: è uno spirito, una provocazione, un’arte. Ancora oggi, continua a ispirare generazioni di creativi, a illuminare le passerelle e a celebrare la libertà di essere audaci.
Non sarà da tutti indossare il rosa shocking, ma è per tutti dal 1937.
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